19 novembre 2013

#ItaliaNigeria, vista da Twitter

Ennesimo pareggio in amichevole per gli azzurri sulla strada che porta a Brasile 2014. L'avversario stavolta è la Nigeria, capace di ribaltare il vantaggio iniziale di Rossi, per poi arrendersi alla rete di Giaccherini e scampandola bella più volte grazie alla scarsa vena di Parolo, e alla traversa che ha detto no alla folgore scagliata da Diamanti.

Un pari che non preoccupa, o almeno non dovrebbe, anche se noi italiani siamo da sempre maestri nel dilaniarci preventivamente criticando qualsiasi cosa orbiti intorno alla nazionale, salvo poi saltare sul carro quando le cose (come spesso ci è accaduto nella storia) iniziano ad andar bene a giugno. Ecco qualche tweet di ieri sera, ce ne sarebbero stati molti altri ma per ragioni di spazio ho dovuto selezionare solo quelli a mio parere più divertenti.

Antonio Capone (twitter @tonycap83)

28 ottobre 2013

Conte e Galliani, è solo cieca rabbia?


E' una serie A che va di corsa, per fortuna. Domani sera sarà ancora campionato con l'anticipo serale Atalanta-Inter, e tutte le polemiche deflagrate nelle ultime 24 ore dovranno necessariamente lasciare il posto al calcio giocato, e con tutta probabilità a delle altre, nuove di zecca.

Si lamenta Conte, che ha vinto rilanciandosi in classifica, si lamenta Galliani, che ha perso all'ultimo giro di lancette. Ragioni diverse, rabbie diverse, con un comune denominatore: la mancanza di rispetto, vera o solamente presunta. E nel giro di poche ore dal fischio finale delle gare del pomeriggio, l'eco delle invettive ha iniziato a rimbalzare ovunque. Ne avremmo fatto volentieri a meno, davvero.

E' Sky Italia l'obiettivo sul quale il tecnico bianconero fa fuoco senza esitazioni, al termine di una settimana complicatissima nel quale si è detto di tutto e le due sconfitte contro Fiorentina e Real Madrid hanno complicato il cammino della sua squadra sui due principali fronti stagionali. La grande prestazione dei bianconeri contro il Genoa, pur macchiata dall'episodio del rigore che ha sbloccato una gara mai in discussione, non ha minimamente placato un Conte che già aveva ben chiaro in mente quando e come colpire, e ha vissuto il post-partita in trincea vuotando un sacco colmo di un rancore covato per giorni.

25 ottobre 2013

Discriminazione territoriale e curve chiuse con 'sospensiva': un compromesso all'italiana


Che l'Italia fosse un Paese nel quale il termine "tolleranza zero" non significa assolutamente nulla era già ampiamente noto, ma è bello vedere che non si perde mai l'occasione per sottolineare ulteriormente questa condizione patologica. Se il nostro sistema calcio è lo specchio di una nazione alla deriva ormai da anni, non dobbiamo farci sorprendere dall'ennesima manovra cervellotica della Figc atta ad accomodare una situazione che, se affrontata col metro prestabilito, avrebbe portato alla chiusura delle curve di Inter, Milan, Roma e Torino per la recidività dei cori razzisti delle ultime settimane.

Juventus, la rabbia va oltre Grafe e Ronaldo


E' una Juventus che schiuma rabbia, quella uscita sconfitta dal Real Madrid di Carlo Ancelotti al termine di una gara interpretata nel modo giusto, ma nella quale gli episodi e qualche decisione arbitrale dubbia hanno contribuito a far sì che al fischio finale ad esultare fossero solo i blancos.

Una rabbia comprensibile, perché i bianconeri hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità per mettere i bastoni tra le ruote ad un avversario tecnicamente di tutt'altro spessore, capace in estate di lanciarsi in una maratona estenuante per portare in Spagna Bale con una pioggia indecente di milioni di euro. Hanno fatto il possibile ed anche qualcosa in più, perché la squadra è sempre rimasta in partita anche dopo la mazzata dell'espulsione di Chiellini, evitando un'imbarcata a quel punto prevedibile e sfiorando un pari che avrebbe avuto del clamoroso.

19 ottobre 2013

Succede anche questo: il gol fantasma di Stefan Kiessling [VIDEO]

Stefan Kiessling ha dimostrato in questi anni di essere uno dei migliori centravanti della Bundesliga, capace di segnare in tutti i modi. Ieri però l'ha davvero combinata grossa, suo malgrado, perché il gol segnato all'Hoffenheim è un chiaro abbaglio del direttore di gara e dei suoi collaboratori: sul colpo di testa dell'attaccante, infatti, il pallone muore chiaramente sull'esterno della rete ma a causa di un buco nella stessa dà l'illusione (solo) ottica del gol, che viene convalidato nello stupore generale.



Gol pesantissimo, che permette alla squadra di Hyppia di salire in testa alla classifica in attesa del Bayern impegnato oggi. Finita qui? Pare di no, perché l'Hoffenheim ha ufficialmente richiesto di disputare nuovamente l'incontro invocando l'errore tecnico, decisivo, dell'arbitro.

Nel frattempo, una domanda mi passa per la testa da qualche ora: cosa sarebbe successo in Italia, se si fosse verificata esattamente la stessa, bizzarra situazione?

Antonio Capone
(twitter @tonycap83)

14 ottobre 2013

Liverani come Strama, nel girone degli ignavi (con riserva)


Avrei voluto scrivere questo post diversi giorni fa, quando l'esonero di Liverani da parte del presidente Preziosi era ormai cosa fatta e aprire una discussione del genere avrebbe avuto forse molto più senso di quanto non ne abbia invece adesso. Ad ogni modo, il tempo è quello che è ultimamente, e confido nel fatto che il concetto principale che voglio esprimere in questo articolo sia ancora interessante e non abbia superato la fatidica data di scadenza.

Vorrei partire da una nozione basilare tratta dal kit di sopravvivenza per tecnici del nostro campionato: nella serie A attuale, e con certi presidenti capaci di mangiarsi allenatori come fossero noccioline, il risultato per chi guida una prima squadra è l'unica via percorribile per garantirsi un futuro saldo, duraturo e per quanto possibile al riparo da fantasmi sempre pronti a uscire dall'oscurità dopo i primi scivoloni. Concetto abbastanza ineccepibile essendo le società di calcio delle vere e proprie aziende, ingrediente letale se d'estate si parla di progetto e costruzione salvo poi far rotolare teste alla terza o quarta giornata di campionato per un pareggio o una sconfitta di troppo.

05 luglio 2013

Calciomercato, cosa 'vedono' i bookmakers?

Non c'è che dire, anche in Italia come Oltremanica ormai è possibile scommettere praticamente su tutto. E se di calcio giocato ormai se ne vede poco, in attesa dei raduni delle squadre e delle prime amichevoli estive, a tenere banco è il calciomercato non solo sui quotidiani sportivi, ma anche nel mondo del betting.

Qualche colpo è già stato chiuso, come Tevez alla Juventus e Neymar al Barcellona, qualcun altro è ormai considerato in via di definizione come il passaggio di Cavani al PSG, e c'è da star certi che essendo ancora solo il 5 di luglio, tanto si muoverà nei prossimi due mesi (scarsi) di trattative, con molti big che potrebbero presto cambiare squadra andando a cercare nuovi stimoli e contratti altrove.

04 luglio 2013

PSG, i soldi non possono proprio tutto

ancelotti-leonardo-psg

Parigi è una città meravigliosa, forse unica al mondo (se non ci siete mai stati, credetemi sulla parola). Calcisticamente parlando, la squadra della capitale francese vanta un numero di sostenitori che si attesta attorno all'undici per cento dell'intera popolazione transalpina, un dato che è secondo solo a quello dell'Olympique Marsiglia, con il quale esiste una rivalità simile a quella che divide da sempre Barcellona e Real al di là dei Pirenei.

Dopo l'era d'oro vissuta negli anni novanta, con il club che sotto il controllo della famosa emittente televisiva Canal+ riuscì a centrare titoli e piazzamenti importanti (5 semifinali europee tra il 1992 ed il 1997) e godere delle giocate di campioni come George Weah, David Ginola, Raì, Leonardo e Youri Djorkaeff, un PSG indebitato e costretto a un ridimensionamento passando sotto la gestione del consorzio formato da Colony Capital, Butler Capital Partners e Morgan Stanley è via via sprofondato nell'anonimato della Ligue 1, finendo anni luce lontano da una dimensione europea in linea con le aspettative di una piazza esigente e per nulla tenera.

30 giugno 2013

Confederations Cup, si chiude senza sorprese


Va in scena tra poche ore il penultimo atto della Confederations Cup 2013, manifestazione che come di consueto si svolge nell'anno prima del mondiale in casa del Paese designato ad ospitare la rassegna iridata dodici mesi dopo. La finale 3°-4° posto tra Italia ed Uruguay farà da apripista a quella che sarà poi la finalissima del torneo, tra le favorite della vigilia Brasile e Spagna.

Novità in questo senso poche, visto che il disegno sembrava già tracciato alla vigilia vuoi per la composizione dei gironi eliminatori, o per i rapporti di forza tra le 8 partecipanti: troppo dominanti il Brasile dei giocolieri (in attesa di diventare una squadra vera) e in seconda battuta l'Italia di Balotelli nel girone A completato da Giappone e Messico, situazione pressochè analoga nel girone B dove Spagna e Uruguay si sono divertite con la simpatica selezione di Tahiti e hanno avuto la meglio su una comunque tosta Nigeria.

03 giugno 2013

Allegri e Strama, destini diversi di due precari della panchina


Ho sempre pensato che nel calcio le dichiarazioni rilasciate in una situazione di oggettiva incertezza lascino il tempo che trovano, e pertanto vadano prese sempre con beneficio d'inventario. In un ambiente nel quale tutto può cambiare molto rapidamente, strappare certezze su un marciapiede o all'uscita di un ristorante è praticamente impossibile, e il fatto che i giornali quotidianamente dicano tutto ed il contrario di tutto conferma che muoversi in questa semioscurità ed estrapolare verità non è per nulla semplice.

A Milano, le telenovelas legate al futuro delle panchine di Inter e Milan hanno rubato la scena per settimane, facendo versare fiumi di inchiostro e riuscendo nell'impresa di spaccare in due tifoserie al cui interno sono nate, in modo piuttosto naturale, le fazioni "esonero" e "riconferma". Devo dire che grazie anche alla potenza di mezzi come Twitter, mi sono reso conto di come a volte anche sotto la stessa bandiera capiti di dover scegliere da che parte stare.